In oltre 150 anni di storia il Caffè Capretz ha sicuramente avuto un cliente più illustre degli altri: il poeta Giovanni Pascoli, che a Castelvecchio di Barga abitò tra il 1895 e il 1912.
Pascoli era un avventore abituale del locale; con la famiglia Capretz maturò sinceri rapporti di amicizia, testimoniati da un originale episodio. Italiano Capretz, proprietario del Caffè, battezzò uno degli infusi da di erbe lui prodotti col nome di “Fior di Giovanni Pascoli”. Il poeta, modestamente, chiese all’amico di modificare il nome nel più elusivo “Fior di giovani pascoli”; non mancò però di dedicare una bellissima lirica “A Italiano Capretz”, in cui racconta un viaggio immaginario nel verde territorio di Barga, dopo aver sorseggiato l’ottima bevanda.
Quando bevo questo verde
fior di pascoli, si perde
il mio cuore e va lontano,
dove un fievole campano
lo richiama, lo richiama,
da Sanchirico o da Lama:
il mio petto, ecco, s’allarga
e respira aria di Barga!
Ecco io son per la via nova:
un brusio, come se piova,
par che sempre m’accompagni
sotto l’ombra de’ castagni.
Oh! Corsonna! Il cuor la sente,
la tua querula corrente:
vede un seguito di pioppi,
ode l’eco di due doppi,
di San Piero e di Caproni,
dolci suoni, cari suoni,
pieni di malinconia…
Ave, Ave, Ave Maria!
Ch’io ritorni al mio paese
che fiorisce d’ogni mese,
dove son tante viole,
dove è tanto bello il sole;
ch’io ritorni al campanile
del mio bel San Niccolò,
dove l’anima gentile
finalmente adagerò…